INFO
Informazioni generali
Via Incoronata, 23 – 26900 Lodi (LO) (ingresso dal Tempio dell’Incoronata)
Tel. 0371 40 93 84
Orari: domenica ore 15.00 -18.00, giorni feriali su prenotazione
Prezzi: ingresso gratuito
Cenni storici
Il Museo, realizzato nel 1988, è allestito negli spazi sotterranei sottostanti la monumentale sacrestia del Tempio dell’Incoronata, l’atrio di quest’ultima e la galleria destra di ingresso alla chiesa.
Consta di tre locali di diverse dimensioni caratterizzati dal reciproco intersecarsi di volte a botte e a vela, archi, nicchie, strombature di finestre.
Durante i lavori di sistemazione degli ambienti sono stati messi in evidenza alcuni dei particolari architettonici esistenti per ricordare e sottolineare il carattere un tempo domestico dei locali utilizzati: un pozzo ancora funzionante, scivoli per lo scarico della legna dal piano stradale, nicchie e cunicoli di collegamento con la zona abitata sovrastante.
Visibile è anche il muro di fondazione di uno dei lati dell’ottagono del tempio dell’Incoronata e, particolare interessante, è un pilastro in cotto con base e capitello sagomati sorreggente due archi semicircolari d’epoca medioevale. Dovrebbe trattarsi di un elemento delle vecchie case di via degli Humilini (l’attuale via dell’Incoronata), demolite nel 1487, per la costruzione del Tempio, e nel 1512, per l’edificazione del Monte di Pietà.
Merita una breve descrizione anche il Tempio Civico dell’Incoronata, un gioiello architettonico del Rinascimento lombardo incastonato nel cuore della città. Sorto nel 1488 su disegno di Giovanni Battagio, il tempio presenta una pianta ottagonale con cappelle radiali separate da lesene piegate a libro che convergono verso un’ampia cupola.
L’elegante architettura è completata da un ricco apparato decorativo tra cui spiccano i dipinti su tavola di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone ed opere della celebre famiglia di artisti lodigiani, i Piazza da Lodi, attivi per tre generazioni, dalla fine del Quattrocento alla fine del Cinquecento.
Importanti il coro ligneo ad opera di Carlo Antonio Lanzani e l’organo del 1507 ad opera di Lorenzo da Lucca con cornice lignea intagliata e dorata da Daniele e Leonardo Gambarino.
Criteri espositivi – Itinerario di visita
Le opere presentate hanno un carattere di rarità e di unicità che consiste nel determinare dal punto di vista formale un insieme di pezzi che, oltre a possedere i requisiti di un museo d’arte sacra, testimoniano la raccolta di oggetti legati alle funzioni religiose di un importante santuario.
Alcune delle argenterie riportano marchi di bottega, tracce fondamentali per risalire al laboratorio dell’orefice e al luogo di produzione, come il caso di una pisside da viatico, del XVIII secolo, con il motivo della campana, marchio già noto nel Seicento; un calice settecentesco con la punzonatura della Croce di Malta; un ostensorio della fine del secolo XIX, eseguito dal celebre argentiere Luigi Caber, operante all’insegna del Cervo d’Oro; un turibolo seicentesco, con il simbolo del Leone Marciano, eseguito dal milanese Bernardo Longon.
Non tutte le argenterie liturgiche soggiacevano alla prescrizione della bollatura, d’obbligo per le elaborazioni d’uso profano, come il prezioso calice milanese del XVII secolo e un raro ostensorio ambrosiano, successivamente trasformato in reliquiario.
Abbastanza vasto è il repertorio di oggetti liturgici d’uso complementare: reliquiari, candelieri, vasi portapalme, secchielli, ampolline, busti portareliquie; alcuni di questi, anche se non eseguiti con materiali preziosi, ne ricalcano la tecnica e la raffinatezza.
Fra i corredi liturgici spiccano i molteplici paramenti con pianete, piviali, stole, manipoli, veli omerali e da calice, borse, tunicelle e camici bordati da ricchi merletti databili ai secoli XVII e XVIII.
Un accenno particolare va riservato alla preziosa Pace tardocinquecentesca, frutto di una bottega di smaltatori milanesi (realizzata a smalto a pittura opaca su sfondo a traslucido e base di preparazione argentea senza sinopia ma a rigature parallele), conservata in un contenitore di cuoio, che reca inciso sul retro l’immagine di Cristo alla colonna e sul verso, il pastorale con mitria vescovile, un animale rampante e l’iscrizione Ama Dio.
Degna di nota è, inoltre, una sveglia d’appoggio, raffinato oggetto di tecnica orologiaia e di arte applicata, databile alla metà del Settecento, che fu eseguita da Antonio Kurtzweil, attivo a Vienna fra il 1746 e il 1763.